giovedì 13 ottobre 2016

Step 4 - Il colore nella mitologia


Il color blu cadetto nella mitologia delle diverse culture

Il colore blu cadetto ,essendo di denominazione recente, è difficile da ritrovare nella mitologia passata, tuttavia si possono ricercare colori ad esso affini che erano è presenti già da tempo nel linguaggio, come blu/azzurro, grigio/azzurro e turchese.

L'azzurro/blu nel mito..

...Classico 



Statua di Atene
Nel mondo classico l'azzurro è stato associato ad un'idea di purezza, in particolare nell'aspetto fisico dove la bellezza esteriore corrispondeva a quella interiore, questa rispondeva ad un preciso canone, occhi chiari e capelli biondi, che si è protratto nel tempo. Lo ritroviamo in altre epoche storiche, come per esempio, nel Medioevo, dove le dame dei racconti, come le donne greche descritte nei poemi vengono spesso descritte come bionde con occhi azzurri, o chiari. Anche le divinità greche rispondono a queste descrizioni, l'esempio migliore è Atena (Ἀθηνᾶ) .
Dea dell'intelligenza, delle strategie e delle azioni in battaglia e della saggezza. Atena nacque dalla testa di Zeus, già con le armi in pugno e così viene rappresentata, con l'elmo, armata di scudo e spada.
Atena è descritta come “l’occhicerulea Atena”. Il termine adoperato è glaukopis, che rimanda inoltre all'animale della civetta. Sia come animale sacro alla dea e suo stesso simbolo, sia come rimando agli occhi scintillanti della dea, da glaux = civetta, occhi scintillanti, occhi di civetta, che diventano “occhicerulea”. Aulo Gellio traduce invece glaucum con “grigio-azzurro”.
Per i poeti Atena ha dunque occhi grigi e azzurri,che cambiano il loro colore e dotati di luce speciale. [1]

..Cinese


In una famosa leggenda della mitologia cinese viene narrata la nascita dei quattro fiumi più importanti della Cina, uno dei quali prende il nome del colore azzurro.

La leggenda dei quattro fiumi

Una volta, non esistevano fiumi o laghi, ma solo il grande Mare d’Oriente, dove vivevamo il Grande Drago, il Drago Giallo, il Drago Nero e il Drago di Perla.
Impietositi dagli esseri umani, decisero far visita all’Imperatore di Giada per chiedere clemenza verso gli uomini. L’imperatore fece finta di acconsentire, però passarono dieci giorni senza che una goccia di pioggia fosse caduta.
Ma il dio del Mare riferì dell’accaduto all’imperatore, il quale infuriato ordinò ai generali celesti di imprigionare i draghi. Con i suoi poteri il dio della Montagna fece cadere quattro montagne sulle bestie. Ciononostante essi non ebbero rimorsi e, decisi ad aiutare gli uomini, si trasformarono in fiumi per passare montagne, valli e attraversare il paese per tutta la sua lunghezza.
Lì un monaco, tre volte al giorno, pregava col capo rivolto verso terra e recitava preghiere, continuando a sperare in un ritorno alla bellezza passata.
Una sera mentre il monaco si apprestava a cucinare, notò un gatto seduto all’ingresso. Ebbe pietà dell’animale e divise con lui la sua cena. Da quel giorno e così ogni giorno il gatto tornava dal monaco che divideva con lui il pasto.
Tuttavia una sera, in un momento di sconforto, il monaco confidò al gatto: “ah se solo fossi un uomo e non un gatto, forse potresti essermi più di aiuto”.Il gatto lo guardò, strofinò la testa.
Mentre si chinava il gatto si allontanò, conducendoli fino al tempio di Gotoku.
Il monaco offrì riparo al feudatario che rimase molto colpito dalla gentilezza.
Decise di restaurare quel tempio e da quel giorno quel luogo prosperò e portò a molti fortuna.
Quando alcuni anni dopo il gatto morì, il monaco gli eresse una statua in suo onore che lo raffigurava con la zampa alzata mentre saluta e lo posizionò nel giardino del tempio.
Da qui nacque la leggenda del Maneki Neko, il “gatto che saluta”.
Un giorno i quattro animali volarono verso il cielo e notarono sulla terra delle persone mettere fuori frutti e bruciare bastoncini d’incenso: pregavano il Dio dei Cieli di esser indulgente e di porre fine al periodo di siccità.
I quattro Draghi si rattristarono del fatto che l’Imperatore di Giada si curasse solamente dei piaceri. Così nonostante il rischio di venir puniti, decisero di spruzzare l’acqua del Mare verso il cielo per farla cadere sui campi degli uomini che piansero alla vista della pioggia.
Così si formarono i quattro grandi fiumi della Cina: Heilongjian,il Drago Nero, Huanghe , il Fiume Giallo, Chengjian, il fiume Azzurro, e Zhujiang, il Fiume delle Perle. [2]


Un'altra leggenda cinese spiega invece l'origine del famoso

"Gatto che saluta"
Si racconta che l'animale, in generale simbolo di buon auspicio, regali fortuna e altri benefici ai proprietari.
Il Maneki Neko, o "gatto che saluta" viene rappresentato in una vasta gamma di colori inizialmente solo decorativi, ma che oggi vengono associati ad un significato ben preciso. In particolare il colore azzurro si pensa propizi e aiuti nella crescita interiore e la sicurezza personale.

Leggenda del Maneki Neko

Maneki Neko di vario colore
C’era una volta un tempio, chiamato Tempio di Gotoku, situato in un quartiere povero di Edo. Una volta splendido e maestono, il salone era ora privo di decori e il suo altare non era altro che un semplice pezzo di legno.

Poco tempo dopo si scatenò nel paese un violento temporale, che investì un ricco feudatario e i suoi samurai di ritorno da una battaglia a Osaka. Nel mezzo della pioggia, Naotaka, il ricco feudatario, vide il gattino che alzava la zampa e incuriosto si avvicinò.

Il gatto aveva guidato Naotaka e i suoi uomini verso un rifugio sicuro ed aveva fatto si che venissero esaudite le preghiere del monaco.[3]

Il turchese nel mito...

..Orientale
Si crede che il turchese abbia un effetto calmante, sia da un punto di vista psicologico che fisico. Infatti viene associato alla tranquillità e alla dipendenza dagli affetti. Si crede che indossare qualcosa di turchese possa proteggere dalle influenze negative e pericolose che minacciano la serenità.
Il turchese è una pietra protettiva, che aumenta i livelli di energia e favorisce gli influssi positivi.


Pietra turchese
..Degli Indiani d’America
Il turchese era una pietra sacra per le popolazioni americane. Veniva identificato come il simbolo del cielo e dell’aria. Per i Navajo per tradizione componevano disegni sulla sabbia usando frammenti di turchese.

..Egiziano
Questo colore aveva una valenza sacra, infatti era simbolo del cielo e dello stesso spirito, in contrapposizione con la materialità della carne. Abiti e gioielli di colore azzurro venivano indossati per protezione e a scopo propiziatorio. [4]

2) https://mitologiaorientale.wordpress.com/2012/12/20/i-quattro-draghi-mito-cinese/

Nessun commento:

Posta un commento